Mi sono ispirata al concetto di "portatrice carnica"
È una tipologia di donna che nella vita ha fatto il lavoro degli uomini, perché questi emigravano o andavano al fronte.
Donne abituate a bastare a se stesse e che con fatica e sacrificio assolvevano tutte le necessità della famiglia. Donne sulle quali si poteva contare. Forti e coraggiose.
Maria Plozner Mentil
(Timau, Paluzza 1884 - 1916) fu una portatrice carnica durante la Grande Guerra. Rimasta sola con i suoi quattro figli (il marito venne mandato a combattere sul Carso), si ritrovò a vivere in mezzo ai soldati dato che le montagne che circondano il suo paesino, Timau, furono trasformate in campi di battaglia
Le portatrici carniche erano donne che con le loro pesanti gerle (riempite con vettovaglie, armi e munizioni) ogni giorno salivano a piedi lungo i versanti del Pal Piccolo, Pal Grande, Freikofel, Cima Avostanis e Passo Pramosio.
Come diceva Maria Plozner Mentil:
«Noi lo abbiamo sempre fatto il lavoro degli uomini, da quando emigravano a ora che sono al fronte.
La nostra capacità di bastare a noi stesse non ci è stata riconosciuta, né concessa. L’abbiamo tessuta con la fatica e il sacrificio, nel silenzio e nel dolore, da madre in figlia. Poggia su questi corpi meravigliosamente resistenti ed è a disposizione di chiunque ne abbia bisogno. Si nutre di spirito infuocato e iniziativa audace, vive di coraggio. Vive di altre donne. Siamo una trama di fili tesi gli uni sugli altri, forti perché vicini.”
Lucia Zamburlini